E’ stato presentato presso la biblioteca del Cepdi di Parma (Centro Provinciale di Documentazione per l’Integrazione Scolastica Lavorativa e Sociale), alla presenza dell’autrice Angela Gambirasio il libro “Mi girano le ruote” (ed. Voltalacarta).

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L’ironia come chiave per abbattere ogni barriera, questo l’approccio alla vita di Angela Gambirasio nel suo libro dedicato sia ai disabili, quelli che si piangono addosso e si autocommiserano, sia ai normodotati, che lei dalla sua carrozzina chiama bipedi. Barriere architettoniche ma anche mentali, spesso generate dalle fisiche, perchè secondo la Gambirasio i pregiudizi e l’ignoranza nascono dalla mancata interazione causata proprio dall’impossibilità di frequentare gli stessi luoghi spesso accessibili soltanto ai “bipedi”. Durante l’incontro con i lettori, moderato dalla giornalista Benedetta Pintus e organizzato dal CePDI in collaborazione con l’Anmic e l’associazione “Voglia di leggere Ines Martorano”, l’ironia della Gambirasio emerge prepotentemente come arma per abbattere le differenze, per un approccio diretto e di sicuro impatto. Mi Girano le Ruote rappresenta un modo diverso di accostarsi alla vita, che vuole essere un invito ai disabili a non piangersi addosso, ad affrontare la vita con vigore, anche rifiutando certe convenzioni politicamente corrette che all’autrice proprio non piacciono: “Per me termini come ‘diversamente abili’ o ‘disabili’ sono stronzate politicamente corrette – dice – e non mi spiegano, per esempio, in cosa sono abile. Per me la parola giusta è handicappato: se mi togli l’handicap, cioè l’ostacolo, io sono come tutti gli altri”. Eppure handicappato è una parola ormai in disuso; la colpa, per l’autrice, “è dei bipedi, che hanno preso ad insultarsi tra loro con questo termine, che quindi è stato bandito – spiega -. Allora dico: fatemi il favore di ampliare il vostro vocabolario di insulti e non costringetemi a vedermi ogni volta ricatalogata con un termine diverso”.
“Una volta abbattute le barriere architettoniche – osserva la scrittrice -, non ci saranno più nemmeno quelle mentali”. Per questo la Gambirasio ha creato una pagina Facebook ad hoc; si chiama “Adotta una barriera e abbattila”: chiunque può prendere l’impegno di eliminare una barriera e, a risultato ottenuto, postare la foto sulla cosiddetta “bacheca dei miracoli”.
Anche lo sport fa parte della vita della scrittrice: “Tutte le sere faccio la cyclette, ma è sicuramente il nuoto il mio sport preferito – spiega -: è una liberazione, sento tutti i muscoli attivarsi. Con lo sport scopri di non avere i limiti che invece pensavi di avere. Ho avuto la fortuna, a 20 anni, in un campus in Norvegia, di provare diverse discipline: tiro a segno, sci, nuoto. Un’esperienza bellissima. Ora, ogni tanto, gioco a ping pong con mio marito (Alessandro Donati, al suo fianco durante la presentazione, ndr), ma si stufa subito perché tocca a lui raccogliere tutte le palline”.
C’è da ridere quando la Gambirasio racconta qualche aneddoto sui “bipedi” e sul loro approccio imbarazzato col mondo disabile: “Siamo in una stanza, io e due uomini: a una persona viene detto ‘si segga di fianco alla dottoressa’ e questa comincia a guardarsi attorno stralunata senza pensare minimamente che la dottoressa potessi essere io, pur essendo l’unica donna presente in quella stanza”.
Ogni tanto, la Gambirasio si sente un po’ un passpartout, “nel senso che gli amici, ogni tanto, se ne approfittano per saltare le code o avere il biglietto gratis al cinema o al museo”; lei, però, non verrebbe che tutto ciò esistesse, perché si rischia il paradosso. “Ho una tessera che mi permette di viaggiare gratis su treni su cui non posso salire – racconta -. Vorrei fosse il contrario: pagare e poter salire su un treno. Non voglio favori da nessuno, ma solo aver la possibilità di fare ciò che fanno gli altri”.

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