L’esclusione dal computo dei redditi ai fini Isee di pensioni di invalidità e indennità di accompagnamento dei disabili ha da sempre costituito per l’Anmic un principio inderogabile, sostenuto fin dall’inizio delle riforma dell’Indicatore economico per l’accesso alle prestazioni assistenziali. Sulla questione è intervenuta del resto anche la Magistratura amministrativa che ha dichiarato la illegittimità della qualificazione come “reddito” delle prestazioni economiche previste per i soggetti disabili. Sarebbe quindi stato un importante segnale di attenzione da parte della politica e delle Istituzioni introdurre – prima della decisione dei giudici – la modifica tanto attesa già in occasione dell’approvazione della legge di stabilità 2016, che costituisce appunto lo strumento fondamentale di programmazione e scelta della politica economica del Governo.
“Si tratta purtroppo – commenta il presidente dell’Anmic Nazaro Pagano – di una occasione mancata che non garantisce nei fatti il pieno accesso dei cittadini con disabilità alle prestazioni assistenziali previste per legge dallo Stato e dagli Enti locali. Nell’attesa della decisione del Consiglio di Stato, chiediamo fin d’ora l’impegno dell’Esecutivo a correggere al più presto una norma estremamente iniqua e penalizzante per i disabili e le loro famiglie. E ringraziamo nel frattempo quei partiti di opposizione – Movimento 5 stelle, Lega e Fratelli d’Italia – e i singoli parlamentari che durante le votazioni in Aula hanno invece chiesto di escludere subito dal computo Isee pensioni di invalidità e accompagnamento, condividendo le esigenze dei disabili”.